Spettri


E’ il 2020. Il mondo è nel panico da pandemia Covid, la relazione con la tua ragazza si è brutalmente interrotta dopo 7 anni e, mentre sei immerso nelle tensioni familiari che naturalmente sorgono tra 4 persone intrappolate da mesi nello stesso cubo di mattoni, stai cercando di sopravvivere ad Analisi 2.

All’improvviso, uno strano tipo barbuto ti contatta chiedendoti di suonare in un “progetto musicale”.

L’idea ti piace, ma c’è un problema: i locali non fanno più suonare le band perché devono già sprecare la metà dello spazio a disposizione per mantenere il distanziamento imposto dalla legge. Con gli incassi drasticamente ridotti, non si possono permettere di pagare 5 persone e dedicare loro un’ampia aera. Per questo motivo, i DJ erano diventata l’unica opzione.

Decidi di provare comunque. La soluzione? Far suonare 3 strumenti ad un solo strumentista: tu.

Mentre ti eserciti, contatti un chitarrista di tua vecchia conoscenza che ricordi essere davvero bravo, proponendogli di unirsi. Il progetto è poco definito e di scarsa fattibilità, ma il deterministico susseguirsi di eventi della vita lo porta per qualche motivo ad accettare.

Sono appena nati gli Spettri.

logo_Spettri


IL LATO INGEGNERISTICO DEI LIVE

Capisco, ti sei stancato di me che scrivo in seconda persona e vorresti sapere come abbiamo effettivamente implementato ciò che ho descritto sopra. Gioachino (il chitarrista) aveva un suo magico set di pedali e pedaliere di cui poco so, ma posso spiegarti il mio di setup.

Gli oggetti che avevo a disposizione sono:

  • una Nord Stage 2 Ex;
  • 3 pedali: sustain, control, organ;
  • una MPK Mini mkII;
  • un PC con FL studio (non il programma tecnicamente migliore per il mio scopo, ma quello con cui ero più familiare).

L’idea è quella di sfruttare al massimo le due mani usando split dinamici della tastiera e controlli di volumi o effetti tramite il pedale di controllo.

Live_campobello

Spiegherò i dettagli nei paragrafi appena successivi ma, per dare un’idea del risultato, l’effetto è simile a quello che ho poi implementato in un unico modulo .js per Arturia [MiniLab](/progetti/01000_Minilab.html.

Partiamo dal basso

Visto che usualmente i bassisti suonano una nota alla volta, ho trattato questo strumento come se fosse monotonico. Questo ha generato automaticamente diverse possibilità:

  • Il basso temporale: immaginate di assegnare alla tastiera due strumenti sovrapposti: un VST di archi (polifonico) e un basso monofonico. Immaginate ora di suonare un accordo: quale sarà l’effetto risultante? L’accordo sarà riprodotto dagli archi, mentre il basso suonerà soltanto la nota che si è premuta per ultima. Se si è in grado di generare un minuscolo ritardo proprio sulla nota dell’accordo che si vuole che il basso riproduca (e solitamente è la tonica), si può usare una singola mano per suonare un pad/synth e un basso.
  • Lo split e il sustain: dividiamo adesso la tastiera in due parti riservando lo split di destra agli archi, mentre a sinistra sovrapponiamo questi ultimi al basso. Consideriamo anche il pedale del sustain: lo assegnamo al basso, mentre gli archi non ne sono influenzati. Se adesso suoniamo sfruttando il “basso temporale”, quello che accade è che, usando in maniera apposita il sustain, possiamo “congelare” il basso ad ogni cambio di accordo. In canzoni in cui tale strumento è molto statico, questo approccio ci permette di suonare liberamente sul lato destro della tastiera, pur non rinunciando al basso.

Più possibilità grazie al pedale di controllo

Se a tutto ciò aggiungiamo un pedale di controllo mappato su qualche parametro, ecco che le possibilità si moltiplicano: possiamo creare configurazioni in cui gli strumenti entrano ed escono dalla scena sonora con transizioni basate sui più disparati parametri, combinando diversi effetti e ottenendo una capacità di controllo elevatissima.

E la batteria?

Tutti i passaggi sopra mi sono serviti per una ragione principale: riuscire a gestire basso, tastiera e synths con la sola mano destra; la sinistra sarebbe stata riservata alla batteria, elemento fondamentale di ogni band. Qui c’è poco da spiegare, ho semplicemente dovuto migliorare l’indipendenza delle mie mani, in modo da poter gestire due cose molto diverse, contemporaneamente.

Tutto live, no sequenze.

E’ stato difficile da configurare all’inizio, ma questo setup ci ha consentito di suonare live davvero ovuque, anche in una piccola stanza di Hotel (come mostrato in questo video).


BPM E SANREMO ROCK

I live erano certamente una parte importante del nostro progetto, il modo di sfuggire al lockdown imposto dall’alto, ma volevamo anche creare qualcosa di nostro. E’ cosi che Dario, Gioachino ed io abbiamo iniziato a chiuderci in camera per intere giornate a suonare, improvvisare, scambiare idee e registrare. Obiettivo: comporre qualcosa di sensato.

Il risultato finale è BPM, il nostro primo singolo, pubblicato tramite la casa editrice Circuiti Sonori di Armando Cacciato.

Il brano ci piaceva tanto, per cui ci siamo iscritti a Sanremo Rock. Il processo di selezione del contest era suddiviso nei seguenti step: selezioni provinciali; selezioni regionali, finale nazionale.

Abbiamo immediatamente superato la prima fase e ci siamo recati a Marsala per le selezioni regionali. Dopo una serata lunga e piena di band molto valide, sono stati annunciati gli 8 finalisti: noi eravamo tra quelli.

E’ stato incredibile per un progetto nato dal nulla, senza alcuna pretesa, da meno di un anno. Siamo apparsi sulle testate giornalistiche siciliane (Giornale Di Sicilia, Primapagina Trapani, Grandangolo Agrigento, CanicattìWeb, Primapagina Castelvetrano, …), nonché sulla pagina ufficiale di Sanremo Rock.

Era quindi giunto il momento di salpare per Sanremo, ma per davvero: abbiamo preso la nave Palermo -> Genova, e da li ci siamo diretti (faticosamente, vista l’attrezzatura) a Ventimiglia, dove dei cari amici ci hanno ospitato.

Le finali si sono svolte in più giorni, durante i quali abbiamo conosciuto persone fantastiche e suonato sul leggendario palco del Teatro Ariston (è molto più piccolo di come appare in TV. Lo dicono tutti, ma è effettivamente così).

Sul backstage dell'Ariston

Risultato: abbiamo vinto il premio Mamely, non abbiamo vinto il contest e ci siamo divertiti un sacco.

Tornati alla nostra città natale, durante una manifestazione, il sindaco ci ha voluto insignire di una targa al merito. E’ stato inaspettato, ma ne siamo stati onorati.


KARDIA

Negli individui creativi, la soddisfazione è soltanto il tempo che intercorre tra il compimento dell’opera precedente e l’ideazione della successiva. Per questo motivo, ci siamo subito messi a lavorare ad un nuovo album, uscito nel 2022. Potete ascoltarne un estratto qui.

Kardia

Dopo Kardia, ci siamo presi un momento di pausa dovuto alle esigenze di ognuno di noi.

Dal canto mio, avevo un pò tralasciato l’università durante la triennale, laureandomi con un voto non eccelso. Essendo un perfezionista, non ero soddisfatto. Mi sono imposto un nuovo obiettivo: 110 e lode per la magistrale al Politecnico. Nell’istante in cui scrivo questo articolo non so ancora se raggiungerò il traguardo prefissato, ma ho finito tutti gli esami con una media di 28,7 e 5 lodi. Tutto dipenderà dal voto che i professori assegneranno alla mia tesi, ma sono fiducioso.

In ogni caso, gli Spettri torneranno. Prima o dopo.


Angelo Antona, 12 Ottobre 2025